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Politico mondo marcio…

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1 – QUIRINALE: COLAZIONE NAPOLITANO CON NUOVI CARDINALI ITALIANI
(Adnkronos) – Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha offerto oggi, al Palazzo del Quirinale, una colazione in onore dei nuovi Cardinali italiani nominati nel Concistoro del 18 febbraio scorso.

2 – FORNERO VEDE I SINDACATI: VERSO L’ACCORDO SU RIFORMA LAVORO
(LaPresse) – Si avvicina l’accordo sulla riforma del mercato del lavoro dopo l’incontro di stamane in via Veneto tra il titolare del dicastero, Elsa Fornero e i sindacati. Per la Fornero “l’obiettivo rimane trovare un accordo con le parti sociali entro il 23” e quindi “un accordo”, dice, “credo che potremmo farlo la prossima settimana”. “Siamo relativamente pronti alle proposte – ha sottolineato la titolare del dicastero – non tutto è blindato”.

L’incontro di oggi, confermano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, che in mattinata sono stati ricevuti dalla Fornero, “è stato utile. Abbiamo concordato con il Governo che i contenuti di questa conversazione resteranno patrimonio di chi li ha fatti”. “Mi pare che stiano maturando cose positive: è ricominciato un confronto utile e costruttivo, con un impegno a costruire un sistema di tutele universale”, ha commentato la Camusso.

Bonanni ha fatto una apertura sull’articolo 18 che, ha detto, “può essere ristrutturato”. “Gli abusi bisogna combatterli comunque – ha chiarito Bonanni -. Ovunque in Europa abusi e discriminazioni vengono contrastati. Detto questo l’articolo 18 può essere ristrutturato, accelerando i tempi della giustizia e facendo come in Germania dove c’è il reintegro per casi più gravi e l’indennizzo per quelli meno gravi”.

Inoltre, ha aggiunto Bonanni, “per i licenziamenti di carattere economico si può ricorrere a un sistema diverso dall’articolo 18, che potrebbe anche andare nell’interesse del lavoratore se questo accedesse alla mobilità dopo essere stato licenziato, cosa che non avviene oggi”. Per ribadire che gli abusi vanno comunque combattuti il leader della Cisl ha raccontato che “io stesso all’inizio della mia carriera lavorativa fui licenziato ingiustamente perché ero sindacalista e fui poi reintegrato proprio grazie all’articolo 18”.

Fornero ha precisato il senso delle sue parole di ieri sulla “paccata di miliardi”, che hanno suscitato qualche polemica: “Con la frase di ieri – ha detto il ministro – non volevo dire che se non c’è l’accordo non ci sono i soldi. Volevo dire che non si vede perché i soldi debbano essere messi prima, se c’è l’accordo si definisce tutto insieme prima, ma se non c’è accordo uno fa le sue scelte e le finanzia”.

3 – CAMUSSO: LINGUAGGIO FORNERO A VOLTE UN PÒ ARROGANTE
(LaPresse) – “In alcune occasioni il suo linguaggio non è nè chiaro nè diretto, a volte un pò arrogante quando viene proposta l’idea che loro hanno un’interpretazione del mondo e noi abbiamo fatto sempre tutto male”. Così il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in merito al linguaggio utilizzato dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenendo alla registrazione della puntata di ‘La storia siamo noi’, ‘Marco Biagi: chi tocca muore’, in onda stasera alle 21 su Rai 2. Al giornalista Giovanni Minoli che le chiedeva quale fosse un pregio del ministro, Camusso ha risposto: “Ha tenacia, a volte mal riposta, ma sicuramente una gran tenacia, mentre tra i suoi difetti c’è l’idea di pensare di essere sempre in una classe ad insegnare e non in un confronto con persone dalle istanze diverse”.

4 – LAVORO: RICCARDI, QUANDO MONTI ERA CONTRO CONSOCIATIVISMO
(ANSA) – “La consultazione con le parti sociali è importante, ma in questa grave situazione una volta che il governo persuade il Parlamento che non possono essere seguite altre vie, che bisogno c’é di autoinfliggersi l’onere di una ricerca faticosa in riunioni spesso notturne di un accordo con le parti sociali?”. E’ quanto diceva Mario Monti il 6 settembre del 1992. La citazione è stata fatta dal ministro Andrea Riccardi nel corso della presentazione di un libro sugli anni di Tangentopoli.

5 – GIANLUCA PINI (LEGA NORD) A RADIO 24: “NON MI SENTO ITALIANO. IO DEPUTATO DELLA REPUBBLICA? NO, DELLA LEGA”.
“No, non mi sento italiano. E non mi sento neppure deputato della Repubblica italiana. Sono deputato della Lega”. Così Gianluca Pini, della Lega Nord alla Zanzara su Radio 24. Pini, uomo molto vicino a Roberto Maroni, ha detto di sentirsi “romagnolo” e ha ripetuto: “non mi sento affatto italiano”. Ma prende lo stipendio dallo Stato italiano, chiedono i conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo. “Veramente faccio l’imprenditore – dice Pini a Radio 24 – e i soldi dello stipendio lo ripago almeno due volte con i soldi che verso al fisco. Non rubo nulla, anzi”.

Pini ha poi commentato il caso Boni: “Non si deve dimettere finchè non emergono evidenze. Finora non ci sono”. Poi torna a parlare di Renzo Bossi, il figlio del Senatur: “Bossi è una figura che domina la politica da vent’anni, ha fatto la storia. – continua alla Zanzara su Radio 24 – Renzo è un ragazzo di 23 anni con un cognome pesante, fossi stato in lui non lo avrei fatto, avrei deciso di fare altro”. Infine la Padania, i suoi confini. “Secondo me – conclude Pini – finisce poco sotto Rimini, prendendo un pezzettino delle Marche. Il resto delle Marche mi pare difficile poterlo chiamare Padania”.

6 – PRIMARIE PD: OK GARANTI NON FERMA IL CAOS A PALERMO – IDV INSISTE SU BORSELLINO
Alfredo Pecoraro per l’ANSA – Chi si aspettava un clima più sereno nel centrosinistra dopo la convalida delle primarie da parte dei garanti è rimasto deluso. Anzi. Il day after è ancora più velenoso. Mentre il Pd per bocca di Bersani e Zoggia cerca di ricompattarsi attorno a Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle consultazioni, il resto della coalizione è in frantumi. Arroccato sull’Aventino, Leoluca Orlando è riuscito a convincere Antonio Di Pietro a seguirlo sul terreno, alquanto tortuoso, dello scontro aperto. L’ex sindaco della ‘Primavera di Palermo’ non riconosce la vittoria dell’ex pupillo Ferrandelli (allontanato dal partito) e continua il pressing su Rita Borsellino perché si candidi al primo turno, anche se è stata sconfitta alle primarie, seppur con 126 voti di scarto.

A fianco di Idv ci sono anche un pezzo dei Verdi e la Federazione della sinistra e Sel. “Il verdetto dei garanti conferma da un lato il grave inquinamento etico e politico delle primarie e dall’altro quanto fin dall’inizio denunciato da Idv, circa le innumerevoli accertate irregolarità e anomalie in molti seggi, nonché l’evidente massiccio intervento di consensi d’apparato del centrodestra” dicono Di Pietro, Orlando e gli altri esponenti del partito Ignazio Messina, Fabio Giambrone, Pippo Russo e Fausto Torta. Alle forze del centrosinistra chiedono di candidare al primo turno “chi possa rappresentare la parte migliore della città”. Idv proverà a convincere Rita Borsellino, che intanto prende le distanze da Ferrandelli.

“Non servono vittorie a tavolino, tanto più se inquinate da inaccettabili comportamenti sul piano etico e su quello politico: il centrosinistra deve trovare una candidatura unitaria e credibilé”, tuona l’eurodeputato che dunque volta le spalle all’appello all’unità lanciato da Ferrandelli. Il Pd prova a fare il pompiere. “Come abbiamo affermato fin dal primo momento, il Pd nazionale riconosce il risultato ufficiale delle primarie, con l’affermazione di Ferrandelli, e lavorerà affinche” attorno a lui si formi uno schieramento forte e coeso, che unisca tutto il campo del centrosinistra, per vincere alla amministrative contro la destra. Palermo merita di cambiare”. E Bersani aggiunge: “Si é creata una situazione complicata ma per le scelte fatte non sento niente da rimproverarmi. Spero che il centrosinistra trovi coesione per non lasciare Palermo in una situazione disastrosa”.

7 – LUSI – SEN. BIANCO A RADIO 24: “PROPORRO’ CHE LA MARGHERITA RESTITUISCA ALLO STATO I SOLDI IN CASSA” – “VICENDA LUSI DOLOROSA, MA COLPE INDIVIDUALI: SUCCEDE TALVOLTA CHE UNA PERSONA RUBI”
“Convocherò nei prossimi giorni l’Assemblea federale della Margherita e proporrò che le risorse non spese, per così dire ‘risparmiate’ in questi anni siano destinate a iniziative di carattere sociale pubblico, in modo da restituirle allo Stato”. Così il senatore Enzo Bianco del Pd, ospite di “24 Mattino” su Radio 24, interviene sul caso dell’ex tesoriere della Margherita Lusi, accusato di avere sottratto milioni alle casse del partito. “Noi abbiamo collaborato in modo totale con i magistrati – ha aggiunto Bianco -. Intanto daremo il buon esempio restituendo allo Stato con iniziative di carattere sociale e pubblico le risorse non spese”.

Bianco sostiene la tesi della ‘mela marcia’ nel partito: “E’ una vicenda dolorosa – ha detto -, abbiamo bisogno di recuperare credibilità rispetto a una vicenda nella quale, lo dicono i magistrati, c’è stata una grande professionalità grazie a un sistema di doppia contabilità che ha occultato risorse destinate probabilmente a uso personale. C’era un sistema di controllo, ma capita anche nel sistema finanziario o delle banche che ci siano persone che rubano. Purtroppo è capitato anche in un partito politico, ora da questa esperienza scriviamo una legge severa. La colpa sarà anche del sistema ma i comportamenti sono individuali. Se quello che abbiamo letto e confessato è vero, Lusi è una persona che ha acquistato per sé appartamenti, ha accumulato risorse, un classico caso di appropriazione indebita. Doloroso perché purtroppo è stata carpita la buona fede di molte persone”.

8 – PORTO IMPERIA: RESPINTA ISTANZA,CALTAGIRONE RESTA IN CARCERE
(ANSA) – Francesco Caltagirone Bellavista resta in carcere. Secondo il gip Ottavio Colamartino, per il patron di Acqua Marcia, arrestato ad Imperia nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la costruzione del porto turistico della città, “non sono venute meno le esigenze cautelari. Per questo il gip ha respinto l’istanza dei difensori per la concessione degli arresti domiciliari. Caltagirone, 73 anni, è in carcere da lunedì 5 marzo con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato.

9 – FIGLIO CALTAGIRONE,INNOCENZA IN CARTE PROCURA
(ANSA) – “Ribadiamo la nostra totale innocenza, non è stato fatto nulla di illecito e ciò si evince anche da tutte le carte della procura”. E’ quanto dichiara Camillo Caltagirone Bellavista, figlio di Francesco, il noto imprenditore che è in carcere dal 5 marzo con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato in merito alla realizzazione del porto turistico di Imperia. “E’ inumano – ha aggiunto – che un uomo di 73 anni, non condannato e in cura da 15 anni, sia in carcere. Lui è sempre più forte e determinato a dimostrare la sua totale estraneità dai fatti”.

10 – GOVERNO: RICCARDI, NON DISPREZZO LA POLITICA MA NON SARA’ IL MIO LAVORO
(Adnkronos) – ‘Non ho mai disprezzato la politica, anzi credo che con Sant’Egidio, in un certo senso, facciamo politica da piu’ di 40 anni’. E i politici? ‘Alla gente non interessa piu’ stare davanti alla tv a vedere leader che litigano. I partiti dovrebbero tornare fra la gente’. Lo dichiara Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, in un’intervista che il settimanale ‘Panorama’ pubblica sul numero in edicola da domani.

Il ministro rompe cosi’ il silenzio stampa dopo la bufera dei giorni scorsi per una sua frase sulla ‘politica che fa schifo’. Alla domanda su una possibile candidatura a sindaco di Roma o su un impegno come leader del terzo polo Riccardi risponde: ‘Assolutamente no, ne’ l’uno ne’ l’altro. A 62 anni non vedo davanti a me un futuro da sindaco o da leader politico’.

Quanto all’asse con il ministro Corrado Passera, per un impegno politico comune in futuro: ‘Passera non mi ha mai parlato dei suoi progetti – assicura – Io stesso non riesco neppure a immaginarmi come ‘consigliori’ cultural-politico di qualcuno’. E i presunti attriti con il ministro degli Esteri, Giulio Terzi? ‘Mi sono trovato a dover costruire il mio ministero, a dover perimetrare le mie competenze anche rispetto a quello degli Esteri». Infine: rinascera’ la Dc? «I cattolici – risponde Riccardi a Panorama – saranno in tutte le parti politiche ma forse si condenseranno un po’ piu’ in qualche schieramento’.

11 – MAFIA: POLEMICHE SU IACOVIELLO ARRRIVANO AL CSM, SOLIDARIETA’ DA CONSIGLIERI
(Adnkronos) – Le polemiche sulla contestata requisitoria del sostituto pg della Corte Cassazione, Francesco Iacoviello, sul caso di Marcello Dell’Utri sono state al centro di un acceso dibattito in apertura della seduta del plenum del Consiglio superiore della magistratura. E sul caso il Csm non ha aperto nessuna pratica a tutela: come ha confermato il vicepresidente, Michele Vietti, nessuna richiesta in tal senso e’ infatti arrivata al Comitato di Presidenza. Unanime la solidarieta’ espressa a Iacoviello dai consiglieri intervenuti, espressa soprattutto dal procuratore generale della cassazione, Vitaliano Esposito.

12 – EDITORIA: DOMANI CONFERENZA ‘STAMPA ROMANA’ SU ‘IL RIFORMISTA’
(Adnkronos) – “‘Il Riformista’ chiude? Sembrerebbe questa l’intenzione dell’attuale compagine editoriale che ha convocato un’assemblea dei soci per venerdi’ 16 marzo prossimo con all’ordine del giorno la liquidazione della societa’. Tutto senza aver dato comunicazione di questo ne aver aperto un confronto con le organizzazioni sindacali, con le quali, non piu’ tardi di tre mesi fa, l’azienda aveva chiuso un accordo per un contratto di solidarieta’. Un atto sconcertante, assimilabile in qualche modo al comportamento della Mrc, societa’ editrice di ‘Liberazione’: si fanno gli accordi, poi si cambia idea e si stracciano senza battere ciglio”. Lo sottolinea una nota dell’Associazione stampa romana.

“Nel caso de ‘Il Riformista’, come in altri, tutto cio’ -prosegue il comunicato- avviene in un contesto in movimento, senza che siano ancora chiari i termini e le quantita’ del finanziamento pubblico, rischiando cosi’ di buttare a mare un’esperienza editoriale e un’intera redazione. Il Cdr de ‘Il Riformista’ e l’Associazione stampa romana convocano una conferenza stampa per domani, alle 12.30, a piazza della Torretta, nella quale verra’ illustrata la situazione della testata e le iniziative che il sindacato ha intenzione di prendere”.

13 – HDC: PER GIUDICI MEDIASET MINACCIATA DA CRESPI, CONFALONIERI ASSOLTO
(Adnkronos) – “Risulta evidente che Crespi ha utilizzato la minaccia rivolta a Alfredo Messina di raccontare ai pm fatti compromettenti forse riconducibili alla legge Mammi’ o a qualche corresponsabilita’ piu’ o meno ipotetica delle societa’ facenti capo alla famiglia Berlusconi nel fallimento di Hdc per rafforzare in qualche modo la sua richiesta di rimborso di quanto elargito con i fondi della societa’ fallita”. Lo scrivono i giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza con la quale il 15 dicembre scorso hanno assolto Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, e il manager Alfredo Messina ora parlamentare Pdl dall’accusa di favoreggimaneto nei confronti di Luigi Crespi, ex sondaggista di Berlusconi, condananto invece a 6 anni di reclusione per la bancarotta della sua ex societa’ di sondaggi.

Crespi, secondo il Tribunale, avrebbe quindi utilizzato la minaccia per arrivare ad avere un contratto di consulenza in materia di digitale terrestre del valore di circa 500 mila euro. Per la procura quei soldi sono stati distratti dal fallimento Hdc perche’ Crespi, in passato, avrebbe anticipato il denaro, per conto di Mediaset, ad alcune emittenti private. Per questo la procura aveva chiesto per Confalonieri e Messina un anno di reclusione.

“Non c’e’ prova che tale credito sia mai giuridicamente sorto -scrivono i giudici- per l’evidenziata carenza di documenti e testimoni e per alcuni dubbi sulla sua configurabilita’. Crespi per 4 anni non aveva ritenuto di far valere il presunto credito nonostante la sua societa’ si trovasse in forte crisi di liquidita’”.

14 – HDC/LUIGI CRESPI: SCONCERTANTI LE CONCLUSIONI DELLA CORTE SU MEDIASET. MI DIFENDERO’ IN APPELLO
”La lettura delle motivazioni della sentenza di primo grado è ancora più sconcertante del dispositivo pronunciato a suo tempo. Non solo mi hanno condannato dove avrei dovuto avere giustizia, ma vi è stato accanimento su una storia marginale quale quella di Mediaset, in realtà estranea alle motivazioni del dissesto che ha portato al fallimento di HDC”. Così Luigi Crespi risponde ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Milano che hanno presentato le motivazioni della sentenza con cui il 15 dicembre scorso avevano assolto Fedele Confalonieri presidente di Mediaset e il manager Alfredo Messina.

”Ciò’ ha determinato attenzioni mediatiche eccessive che hanno nuociuto alla reale comprensione dei fatti e che hanno finito col danneggiarmi anche perché’ il primo a sostenere l’estraneità di Fedele Confalonieri dalla vicenda HDC sono stato io” ha aggiunto Crespi, che conclude ”Non mi rassegno, forte delle mie ragioni e condurrò senza indugio la mia personale battaglia in sede di appello ”.


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